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Benito Mazzi: “Il falsario sognatore (un bohémien di provincia)” (Interlinea Edizioni, Novara € 18)

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Leggo sempre i libri di Benito Mazzi, scrittore vigezzino, con un intenso e mai interrotto interesse, compreso questo suo ultimo, “Il falsario sognatore”, in cui rievoca benissimo, con vivacità e penetrazione psicologica, le vicende di un “bohémien” ossolano. Pier, giovane di Masera (VB), aveva tante storie biografiche da raccontare e Mazzi, attento osservatore della gente di paese, ha saputo ascoltarle, ma soprattutto reinventarle letterariamente e tratteggiarle sulla carta con felice vena di narratore.

Dunque, si tratta della biografia romanzata di Pierre Benson Bruss, come si faceva e si fa chiamare, questo personaggio insolito e sorprendente, oggi pittore copista “falsario” di quadri noti al grande pubblico, travolto da avvenimenti incredibili in giro per il mondo, in un susseguirsi di episodi avvenuti per terra e per mare. Era ancora un ragazzo, quando fuggì da casa, ma «era tornato dopo qualche giorno, accompagnato dai carabinieri; ai famigliari disperati, che non riuscivano a farsi una ragione di quella fuga, s’era limitato a dire che era stufo di marcire sui banchi di scuola, di vedere le stesse facce, di mangiare la stessa minestra; era ora di darsi una mossa, di uscire dal guscio, di girare il mondo». Senza studi e quindi dotato di scarsa cultura, ma di grande scaltrezza inventiva, di una faccia tosta eccezionale dentro un fisico che affascinava, oltre a un’innata abilità, quasi diabolica, da avventuriero (<<un misto tra ingegno, furbizia, sete d’ignoto e di avventura>>, come è scritto in quarta di copertina), egli riesce a introdursi anche in ambienti vip, di ricchi e nei fasti dei salotti o dei Casino. Sembra di essere in un film, a percorrere un giro del mondo in 240 pagine che porta Pier dal paese natio alla Svizzera e alla Spagna, dall’Inghilterra in Libano, dalla Francia a Cipro, tra notti brave, belle donne, amori folli, cinema, auto sportive, gioco d’azzardo, imbrogli e sotterfugi, ma anche a rischiare la vita. Infine, la spola tra l’Ossola e Londra, dove ha trovato la donna della vita e un po’ di pace: l’importante è non avere rimpianti.

C’incanta, leggendo, il ritmo delle azioni del protagonista e i fatti che si susseguono tanto rapidamente da tenere continuamente desta l’attenzione del lettore, mentre prendono forma, nella scrittura di Mazzi, con scioltezza e un pizzico d’ironia. Scorrono così le dis-avventure di Pier tra sfortuna e risollevamenti, con personaggi comprimari maschi e femmine vincenti o perdenti, dove si sentono al centro, anche se sconfitti, provocando nel lettore una simpatia indulgente per il protagonista.

Mazzi scrive in brevi capitoletti che si trasformano in esilaranti quadretti, in cui si muove Pierangelo Brustia (questo il suo vero nome), che fanno nascere situazioni stravaganti da godersi pagina dopo pagina, non solo per il divertissement letterario, ma anche per il puro e brutale avventurismo, al limite di un cinismo imbonitore, di Pier che, nonostante questa sua giostra di disastri, ne esce sempre col sorriso a fior di labbra, perché la vita umana è rapida e limitata, ma pure lui alla fine trova la sua strada, ritirandosi al suo paese, dedicandosi alla pittura e alla cura del padre centenario.

Benito Mazzi ha saputo trarre e forgiare, con il suo stile, da una biografia “vera” che sembra “inventata”, un racconto che ha tutte le suggestioni di una creazione fantastica.

Giuseppe Possa






Giornalista, scrittore e studioso di tradizioni alpine, Benito Mazzi vive da sempre nell’ossolana valle Vigezzo, dove ha ambientato molti dei suoi libri, pubblicati con diverse case editrici (Rizzoli, Fabbri, Priuli & Verlucca, Ediciclo, Casagrande) e spesso tradotti all’estero. Tra i volumi di narrativa editi da Interlinea ricordiamo Nel sole zingaro. Storie di contrabbandieri (1997, presentazione di Alberto Sinigaglia, selezione premio Strega), Un uomo che conta (1998, presentazione di Angelo Rovelli, selezione premio Bancarella Sport), Quando abbaiava la volpe (2001), L’aquila di Tappia al Giro d’Italia (2003, con Marco della Vedova, note di Pier Bergonzi e Giovanni Cerruti), Gli invincibili della neve (2005, con un intervento di Mario Rigoni Stern e una nota di Enrico Rizzi), La ragazza che aveva paura del temporale (2011, presentazione di Giuliana Sgrena), Sento che domani vinciamo. Una tragica storia di pallone (2012, presentazione di Marco Cattaneo) e, per i bambini, la storia di Natale Il sogno di Gibo (1996).


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