Leggo sempre i libri di Benito Mazzi, scrittore vigezzino, con un intenso e mai interrotto
interesse, compreso questo suo ultimo, “Il falsario sognatore”, in cui rievoca
benissimo, con vivacità e penetrazione psicologica, le vicende di un “bohémien”
ossolano. Pier, giovane di Masera (VB), aveva tante storie
biografiche da raccontare e Mazzi, attento osservatore della gente di paese, ha
saputo ascoltarle, ma soprattutto reinventarle letterariamente e tratteggiarle
sulla carta con felice vena di narratore.
Dunque, si tratta della biografia romanzata di
Pierre Benson Bruss, come si faceva e si
fa chiamare, questo personaggio insolito e sorprendente, oggi pittore copista
“falsario” di quadri noti al grande pubblico, travolto da avvenimenti
incredibili in giro per il mondo, in un susseguirsi di episodi avvenuti per
terra e per mare. Era ancora un ragazzo, quando fuggì da casa, ma «era tornato
dopo qualche giorno, accompagnato dai carabinieri; ai famigliari disperati, che
non riuscivano a farsi una ragione di quella fuga, s’era limitato a dire che
era stufo di marcire sui banchi di scuola, di vedere le stesse facce, di
mangiare la stessa minestra; era ora di darsi una mossa, di uscire dal guscio,
di girare il mondo». Senza studi e quindi dotato di scarsa cultura, ma di
grande scaltrezza inventiva, di una faccia tosta eccezionale dentro un fisico
che affascinava, oltre a un’innata abilità, quasi diabolica, da avventuriero
(<<un misto tra ingegno, furbizia, sete d’ignoto e di avventura>>,
come è scritto in quarta di copertina), egli riesce a introdursi anche in
ambienti vip, di ricchi e nei fasti dei salotti o dei Casino. Sembra di essere
in un film, a percorrere un giro del mondo in 240 pagine che porta Pier dal
paese natio alla Svizzera e alla Spagna, dall’Inghilterra in Libano, dalla
Francia a Cipro, tra notti brave, belle donne, amori folli, cinema, auto
sportive, gioco d’azzardo, imbrogli e sotterfugi, ma anche a rischiare la vita.
Infine, la spola tra l’Ossola e Londra, dove ha trovato la donna della vita e
un po’ di pace: l’importante è non avere
rimpianti.
C’incanta, leggendo, il ritmo delle azioni del protagonista e i fatti che si susseguono tanto rapidamente da tenere continuamente desta l’attenzione del lettore, mentre prendono forma, nella scrittura di Mazzi, con scioltezza e un pizzico d’ironia. Scorrono così le dis-avventure di Pier tra sfortuna e risollevamenti, con personaggi comprimari maschi e femmine vincenti o perdenti, dove si sentono al centro, anche se sconfitti, provocando nel lettore una simpatia indulgente per il protagonista.
Mazzi scrive in brevi capitoletti che si
trasformano in esilaranti quadretti, in cui si muove Pierangelo Brustia (questo
il suo vero nome), che fanno nascere situazioni stravaganti da godersi pagina
dopo pagina, non solo per il divertissement
letterario, ma anche per il puro e brutale avventurismo, al limite di un cinismo
imbonitore, di Pier che, nonostante questa sua giostra di disastri, ne esce sempre
col sorriso a fior di labbra, perché la vita umana è rapida e limitata, ma pure
lui alla fine trova la sua strada, ritirandosi al suo paese, dedicandosi alla
pittura e alla cura del padre centenario.
Benito Mazzi ha saputo trarre e forgiare, con il suo stile, da una biografia “vera” che sembra “inventata”, un racconto che ha tutte le suggestioni di una creazione fantastica.
Giuseppe Possa

Giornalista,
scrittore e studioso di tradizioni alpine, Benito Mazzi vive da sempre nell’ossolana valle Vigezzo, dove ha ambientato molti dei
suoi libri, pubblicati con diverse case editrici (Rizzoli, Fabbri, Priuli &
Verlucca, Ediciclo, Casagrande) e spesso tradotti all’estero. Tra i volumi di
narrativa editi da Interlinea
ricordiamo Nel sole zingaro. Storie di contrabbandieri (1997,
presentazione di Alberto Sinigaglia, selezione premio Strega), Un uomo che
conta (1998, presentazione di Angelo Rovelli, selezione premio Bancarella
Sport), Quando abbaiava la volpe (2001), L’aquila di Tappia al Giro
d’Italia (2003, con Marco della Vedova, note di Pier Bergonzi e Giovanni
Cerruti), Gli invincibili della neve (2005, con un intervento di Mario
Rigoni Stern e una nota di Enrico Rizzi), La ragazza che aveva paura del
temporale (2011, presentazione di Giuliana Sgrena), Sento che domani
vinciamo. Una tragica storia di pallone (2012, presentazione di Marco
Cattaneo) e, per i bambini, la storia di Natale Il sogno di Gibo (1996).