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MARIO BORGNIS: NON GIOCARE CON IL FUOCO.

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                     Romanzo edito da “Il rosso e il blu” - S. Maria Maggiore (VB)

Dopo il successo di “Morte in un sorriso”, uno scorrevole romanzo ambientato in Ossola tra giallo e noir, il vigezzino Mario Borgnis pubblica un nuovo libro nelle edizioni “Il rosso e il blu” di S. Maria Maggiore. “Non Giocare con il fuoco” è il racconto di una storia di montagna, in cui sembrano regnare oscure visioni, retaggio di tempi addietro, quando in Valle Vigezzo si parlava ancora di streghe e di “fisica”. Eppure siamo a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, con i giovani che ormai non danno più voce a vecchie leggende di natura occulta. L’autore, però, con cinica ironia, va oltre la realtà e affonda, a modo suo, nell’inquietudine moderna di due giovani innamorati che s’arrabattano tra la dura realtà di tutti i giorni, le utopie post-sessantottine e i nefandi riti satanici a cui sono costretti a partecipare o ad assistere. Il protagonista è Ettore, un grande lavoratore, un estroverso don Giovanni di paese, affascinato (o scelto?) da Elisa, una bella ragazza dalla duplice e ambigua personalità. Lo scrittore, con un linguaggio volutamente sobrio e popolare, si fa solo cronista di questi fatti, seducenti ed ermetici, ambientando la sua storia tra magia, sogni e sesso sfrenato o tra amore, maledizioni e segni ferini sulla pelle, che marchiano una vicenda al limite del possibile. Il finale, quando sembrerebbe predisporsi per una romantica conclusione, improvvisamente, invece, lascia una mefistofelica, per non dire perfida, sorpresa. Un racconto ben congegnato, di sottile introspezione psicologica, che scava nella mente dei protagonisti e ne mette in evidenza i lati oscuri, dove la presenza del “Male” si scatena tra incubi e visioni. Buona l’impostazione dei dialoghi, semplici ma sempre pregni di sentimenti ed emozioni della gente comune; interessanti anche gli altri personaggi (fratello, genitori, amici) che, tratteggiati nella loro indole montanara, rendono la narrazione di gradevole lettura.

Si apprende così chi è Clara, di dov’è originaria, quali segreti nasconde questa donna solitaria in combutta con le forze demoniache, madre di Elisa.  S’intuisce, via via, perché è  pericoloso giocare col fuoco e con le donne, quando vivono terrificanti conflitti interiori, tra desiderio di libertà dal giogo materno, amore per un ragazzo, grumi di dolore e di vendetta per il “fatale” abbandono e, infine, come mai Ettore finisce poi per “occultarsi” all’alpe Cortignasco, accudendo il bestiame del fratello. Il lettore, intanto, si chiede perché lassù le mucche, in certe notti, improvvisamente si agitano e le capre fuggono in alto o perché il latte durante la “casata” si trasforma in una brodaglia che persino il maiale rifiuta. Cosa sono, inoltre, quei segni sulla porta della casera?  Da dove arriva quella puzza di zolfo? E quelle morti casuali sono forse provocate da un destino malefico?

Nel frattempo, la luna piena vigila, ciclicamente, sulla storia di questi due giovani che s’incontrano, si amano e che, dopo il doloroso distacco, si ritrovano un giorno nella baita… ma di più non posso dire, occorre leggere il libro, per comprendere il turbinio di emozioni e fatti strani che sconvolgerà loro la vita, segnandola per sempre.

Mario Borgnis, negli anni giovanili aveva pubblicato i racconti lunghi “In profumo di passato” e “Il sacrificio di Kevin”. Nel 2012 ha vinto la sezione Emigrazione, segnalandosi anche nel Racconto e nella Poesia, al premio internazionale Testore-Martini, Salviamo la montagna.                    

Giuseppe Possa



(G. Possa, M. Borgnis, B. Mazzi)

www.pqlascintilla.ilcannocchiale.it/2014/03/14/mario_borgnis_morte_in_un_sorr.html

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