La felicità è uno stato mentale, o ce l’hai non ce
l’hai. A volte, però, si conquista: nel dolore. Quello che parrebbe un aforisma
mi è venuto in mente leggendo il libro di Chiara Pelossi-Angelucci: <<Cento lacrime, mille sorrisi>> (Sperling & Kupfer Editori). E’ la storia di una famiglia normale che
improvvisamente viene sconvolta dalla lunga malattia della figlia appena nata,
un calvario che è superato con la tenacia, la speranza e un umore allegro,
nonostante il grande dolore che fascia il cuore dei genitori.
L’autrice è nata a Domodossola nel 1974, ma da trent’anni vive in Svizzera e ha già dato alle stampe due romanzi, scritti con
un sorriso disarmante durante il dramma della sua piccola, nata con una
malformazione all’esofago. I libri, stampati in proprio, hanno avuto successo e
parte del ricavato è stato devoluto all’Associazione Alessia di Vernate, da cui la
famiglia di Chiara ha ricevuto un
sostegno importante. Portarli a termine è stato per lei una sorta di catarsi
che l’ha soccorsa in quegli anni drammatici, aiutandola ad affrontare le
settanta operazioni subite dalla piccola Anna,
fino all’intervento chirurgico di un luminare statunitense, eseguito in un
ospedale di Firenze, che le ha permesso
finalmente di condurre una vita il più normale possibile.
<<Cento lacrime mille sorrisi>> (questo
libro è stato pubblicato da un noto editore: Sperling & Kupfer), è proprio
il racconto, rievocato con scioltezza di linguaggio e con piglio brioso ed
emozionante, di quella iniziale e disperata lotta per la sopravvivenza della
figlia: <<Forza piccola leonessa,
siamo fieri di te, scegli ciò che desideri, ma se puoi scegli noi. Siamo
genitori fichissimi, di quelli che non sgridano mai. (La bugia è a fin di bene,
è universalmente tollerata, la usano anche i politici>>.
La narrazioneinizia
con
Chiara e il marito Massimiliano pronti per accogliere - dopo il primogenito Noa di
due anni, un bambino molto sveglio per la sua età - la nuova arrivata, Anna. La
gioia dell’attesa, però, si trasforma presto in sconforto. La neonata – a cui
manca una parte dell’esofago che le impedisce di deglutire e nutrirsi - subisce
numerosi interventi e passa da un ospedale all’altro. I genitori, tuttavia, non
si perdono d’animo, inventano una propria terapia del “coraggio” (sorridono,
scattano foto, cantano in corsia, festeggiano il primo bagnetto, il primo
vestitino, si arrabattano tra macchinari, tubicini, e sonde) che li aiuta fino
alla guarigione di Anna, dopo anni di incubi e sofferenze. Grazie all’amore di
una famiglia, che ha trasformato tutti quei ricoveri ospedalieri e interventi
chirurgici in un’avventura esilarante e fantastica, la bimba si salva e
guarisce: <<Mai piangersi addosso>> scrive l’autrice,
<<trasformare e trarre il meglio, sempre. Questo deve diventare il
nettare del quale nutrirmi avidamente ogni secondo della mia vita. Scappare non
giova a nessuno>>.
Dal Canton Ticino, Chiara Pelossi la racconta in questo libro autobiografico,
conironia e con umorismo disarmanti.
Nella rievocazione di fatti e personaggi reali, alcuni sono di fantasia:
memorabile la zia Flo o l’inopportuno
amico Marcello, in cui sono riuniti vizi e difetti di altri
veramente esistenti.
Un pregio della scrittrice è di aver adottato uno
stile immediato, arricchito da un linguaggio semplice, ma costruito con cura ed
eleganza. Così la narrazione, fortemente espressiva, assume vivacità in alcune
espressioni colorite, nella descrizione dei sentimenti umani: di sconforto, di
gioia, di allegria, soprattutto di tenacia nell’affrontare le molte peripezie
familiari. Infine, gli elementi descrittivi sono integrati da riflessioni e
considerazioni, da cui è palese la partecipazione emotiva alla vicenda. Chiara
Pelossi-Angelucci riesce con <<Cento lacrime mille sorrisi>> a catalizzare l’attenzione del
lettore fino alla conclusione di questa storia vissuta e avvincente che finisce
per trasformarsi in messaggio che, nello stesso tempo, è speranza: nella vita
non bisogna rassegnarsi mai.