Allo Studio Quadra di Domodossola
si può visitare la mostra, curata da Gianluca
Ripepi, con alcuni quadri di Giorgio Gomiero, nato nella
Padova del dopoguerra (1946). Oggi, egli vive a Vallemiola frazione di
Montescheno (VB), dove ha ristrutturato (lavorandoci personalmente) una vecchia
casa in pietra, conservandone le caratteristiche architettoniche alpine.
<<Tutta la mia attività lavorativa>>
ci dice, <<riguardante
prevalentemente l’ambito commerciale, si è sempre svolta al di fuori della
sfera artistica, ma in un ambiente, padovano prima e ferrarese poi, ricco di fermenti e spunti di grandi e originali
creatività>>. In questi anni, dopo
il raggiungimento della pensione, ha avuto l’opportunità di dedicarsi con
passione al suo sogno giovanile. L’arte pittorica l’ha appresa negli anni, da
autodidatta, come ci informa lui stesso <<Senza maestri e studi pregressi, ma realizzando quadri che hanno
rappresentato per me soddisfazione
personale e divertimento>>.
La sua ammirazione per Mirò, in particolare per le sue “costellazioni” hanno in qualche modo ispirato la propria impronta astratta. <<Senza desiderio di imitazione>> prosegue Gomiero, <<ma con un senso di profonda comprensione e condivisione, mi sono ritrovato a percorrere un sentiero figurativo, fatto di segni, colori, forme geometriche o non, linee diritte od oscillanti, fissate nella loro ricerca di un faticoso e complesso equilibrio>>.
Sono tele rigorose, le sue, create con
forme schematiche e in accordo dinamico, dai colori puri, caldi e solari, in
una scansione spaziale misurata e quasi mistica. Non si tratta di quadri
innovativi, ma di opere nitide, di una pulizia moderna in chiare gradazioni
ornamentali: una pittura riservata, tenue e gioiosa, per molti aspetti affine a
quella della poesia e della musica.
E’ sorprendente, a volte, come artisti,
che hanno vissuto lontano dagli ambienti culturali e dai mercati contemporanei,
riescano a proporre creazioni, non prodotte da un gesto immediato e istintivo,
ma da un’intenzione progettuale che si traduce, per gli impulsi interiori
dell’artefice, in disegni così precisi e meditati, come in questi di Giorgio Gomiero.
Giuseppe Possa